sabato 1 settembre 2012

IL CALDO E LA TRENTINITE

Foto pu24.it

Ecco un brano di conversazione raccolto in un bar della Valsugana.
“Finalmente è arrivato un po’ di fresco. Io non ne potevo proprio più dell’estate. Di giorno non riuscivo a stare fuori perché il sole mi faceva sudare. Di notte non riuscivo a stare dentro perché il caldo non mi faceva dormire. Mia moglie mi dice che sono un insofferente e che non dovrei lamentarmi perché da noi la brutta stagione è molto lunga e che tra qualche tempo avrei rimpianto l’estate. Ma cosa vuoi che ne sappia lei… Ancora un giro di birre qua!”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto quella che a volte viene troppo sbrigativamente definita insofferenza, come una vera e propria malattia di cui soffre la maggior parte degli abitanti della provincia di Trento: la “Trentinite”.
Secondo il dottor Jankulovski dell’università di Vignola Falesina, la causa potrebbe essere un microbo: il “maicontentus trentinus”, che causa nel soggetto colpito uno stato di perenne intolleranza praticamente a qualunque cosa.
Il professor Kaladze dell’università di Massimeno, ha invece un’altra teoria, secondo la quale, a fare ammalare di “trentinite” sarebbe una predisposizione psicologica della popolazione trentina.
In pratica, secondo il professor Kaladze, quando uno nasce in Trentino, è abituato a una situazione sociale ed economica molto buona rispetto ad altre parti d’Italia.
Questo porta i malati di “trentinite” a lamentarsi di qualunque cosa non rientri nei loro parametri di eccellenza. Il caldo d’estate è una di queste.
Su una cosa i due studiosi sono concordi: l’unica maniera di guarire la “trentinite” è quella di andare a vivere fuori dal Trentino.
Stranamente c’è il 100% dei malati che rinuncia alla cura.

3 commenti:

Dolci Incantesimi e Magie Salate ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Barbara M. ha detto...

Quanto è vero! Non siamo mai contenti. Noi accaldati 'terun' in trasferta nel lontano Trentino, siamo riusciti a lamentarci della mancanza della tanto agognata frescura nordista, anche dopo aver visto la colonnina di mercurio ben al di sotto dei 40 gradi periodico, a cui ci avevano abituato tutti gli anticicloni mitologici decisi a stazionare sulle nostre teste per tutta l'estate! Forse la trentinite è davvero contagiosa oppure l'abitudine al lamento tutta italiana, unisce più il nord al sud, di qualsiasi ideologia . Barbara

paolo chiesa ha detto...

Hai detto bene. Lo sport nazionale italiano non è il calcio che è solo al terzo posto. Prima del football ci sono le geremiadi (che non sono le olimpiadi dell'anziano ma il continuo lamentarsi) e l'invidia. Il fatto è che al lamento continuo si può porre rimedio (forse) mentre all'invidia mi sa che non c'è soluzione.