domenica 28 ottobre 2012

SEGNI DELLA CROCE E COERENZA RELIGIOSA


La coordinatrice pedagogica della scuola dell’infanzia di Frassilongo, in Valle dei Mocheni, che serve anche i Comuni di Roveda, Fierozzo e Palù del Fersina, è al centro di una polemica. La sua decisione di non prevedere il segno della croce con preghiera prima dei pasti le ha attirato le critiche nell’ordine: dei genitori dei bambini, del prete della comunità mochena, dei sindaci della valle, del presidente della giunta provinciale Dellai. Tutti a sostenere l’importanza di questo rituale religioso per la crescita dei bambini. Dellai, a proposito della decisione della coordinatrice pedagogica ha addirittura parlato di “scherzo di carnevale fuori tempo”.

Due cose. La prima: dal 1948, l’articolo 3 della Costituzione Repubblicana garantisce l’uguaglianza degli individui a prescindere dalla religione. Con la revisione dei Patti Lateranensi del 1984 e con una sentenza della Corte Costituzionale nel 1989, è stato poi stabilito che la laicità è il principio supremo dello Stato, abolendo di fatto la religione di stato.
La seconda: viene da pensare che tutte le persone che si sono lamentate, in alcuni casi anche in maniera ben poco tollerante, a casa loro siano abituate a farsi il segno della croce e a dire una preghiera prima di mangiare. Per non parlare della loro assidua presenza alla messa e alle altre iniziative religiose della comunità. O no?

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