giovedì 2 giugno 2011

GIAN CARLO CASELLI (Procuratore della Repubblica di Torino ed ex procuratore di Palermo dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio)

A proposito delle infiltrazioni mafiose nel Nord Italia.

“Non conosco la realtà specifica di questa provincia e non mi sento quindi di parlare, se non in termini generali. È nel dna delle mafie l’espansione, per riciclare e ripulire il denaro. Per riciclare certo non si sceglie un deserto, ma un luogo dove circola denaro, per mimetizzarsi. Le zone ricche quindi sono paradossalmente come il miele per le api”. 

A questo proposito anche il presidente Dellai è d’accordo e ha detto di avere affidato a Transcrime (il Centro Interuniversitario di ricerca sulla criminalità)il compito di “costituire un gruppo di lavoro tecnico, specializzato nell’intercettare in Trentino azioni di stampo mafioso, in collaborazione con la Guardia di finanza e la Pubblica sicurezza”. Meno male, per un momento ho temuto che questo compito potesse venire affidato a un organismo provinciale. Mi ricordo come l’APPA (Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente) ha gestito i problemi ambientali della cava di Monte Zaccon a Marter e dell’acciaieria di Borgo Valsugana, (è dovuto intervenire il corpo forestale dello stato). Mi sono immaginato un’APIM (Agenzia Provinciale contro le Infiltrazioni Mafiose) che si occupa di gestire il problema mafia in Trentino…

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