giovedì 1 marzo 2012

I GREGARI DELLA CUCINA

Vi siete accorti di quanto si parla di cucina ultimamente? Ogni canale televisivo ha dei programmi con delle Clerici/Parodi che insegnano a fare da mangiare o con dei poveri apprendisti cuochi strapazzati da qualche “Master Chef”, se non insultati dal “Diavolo in cucina” in persona. Inoltre non si contano i libri pubblicati su cibo e ricette. E la ricaduta sul quotidiano è evidente: tutti sono esperti di gastronomia, di vini, di dietetica, di addobbo tavoli e di quant’altro si possa compiere in cucina e in sala da pranzo. Ogni amico ti consiglia il negozio migliore, ogni conoscente la macelleria con i giusti tagli di carne, ogni collega la cantina e i vini più pregiati. In pratica se non ti intendi di queste cose sei un cretino. Ecco, senza nulla togliere a chi ha la passione della cucina o dei vini, vorrei fare presente che esistono legioni di buone forchette e di amanti di un buon bicchiere che non sono né attratti dai fornelli né ossessionati dalle etichette. E vorrei anche rivalutare una figura che in questo mondo enogastroculinario se ne sta magari un po’ in disparte, svolgendo però un ruolo fondamentale per la buona riuscita di pranzi e cene. Si tratta di chi si occupa del “dietro le quinte” del luccicante set sul quale recitano cuochi, gastronomi, sommelier, esperti di formaggi e di salumi, buongustai e addobbatori di tavole. Sto parlando di quei personaggi che “fanno la rotta” in mezzo al naturale scompiglio che viene a crearsi in cucina durante la preparazione di un pasto. Sono i riempitori/svuotatori di lavastoviglie, i grattatori di teglie, gli emissari del “per favore, puoi andare nell’orto a prendere due foglie di basilico?” e gli addetti alla macchina del pane. Questi gregari delle cucine non sono solo delle “Cenerentole” destinate alle mansioni meno nobili della gastronomia: anzi. Queste maestranze, che magari non sono così interessate al “far da mangiare” e anzi, spesso ragionano più sulla quantità del cibo che sulla sua qualità, sono indispensabili. Bardate di grembiule di ordinanza, mentre gli Chef creano manicaretti e gli enologi danno informazioni sui monovitigni, loro preparano gli Spritz, mettono in sottofondo la musica, riforniscono di legna e recuperano le sedie mancanti. E nella riuscita della festa, questi Lodetti del lavandino, questi Furino del riordino, questi De Napoli della differenziata, hanno lo stesso merito dei Rivera, dei Platini e dei Maradona dei fornelli nella conquista della “Champions” delle tavole imbandite.

1 commento:

Dolci Incantesimi e Magie Salate ha detto...

Carissimo Amico mio,
Mi piace veramente tanto il modo in cui scrivi. Come ad esempio in questo pezzo, riesci a raccontare gli eventi in un modo così chiaro che sembra di essere presenti, di riuscire a vedere con i propri occhi, di sentire i rumori, gli odori e le voci di questi “gregari”. Sei capace di dare un’ampia visione sulle diverse sfaccettature del mondo enogastronomico che coinvolge ogni uno di noi. Tutto questo con poche, ma efficaci parole e come sempre, tra le righe, si coglie quell’umorismo, mai banale, mai volgare che ti fa sorridere e anche riflettere. Hai un grande dono, custodiscilo bene e fanne sempre buon uso, sono sicuro che un giorno avrai un grande successo. Ti voglio bene!
James