Forse è stata messa la parola fine alla vicenda dell’impianto di biocompostaggio di Campiello che tanto ha fatto discutere in questi anni. Sembra infatti che dal 20 aprile scorso, l’attività dello stabilimento che emanava odori nauseabondi e che ha creato grossi problemi di vivibilità ai residenti della frazione di Levico Terme e del vicino Comune di Novaledo, sia cessata. Infatti Trentino Sviluppo ha acquistato l’impianto per conto della Provincia Autonoma di Trento, versando alla proprietà la cifra di 9 milioni e 460 mila euro. Ora ci si chiede in cosa verrà convertito lo stabilimento una volta smaltite le sostanze residue presenti al suo interno.
Sono molte le ipotesi che sono state fatte circa il futuro impiego dello stabilimento dove venivano lavorati fino a pochi giorni fa i materiali puzzolenti che hanno avvelenato in questi anni l’aria di Campiello e di Novaledo. Una ricerca esclusiva di “Terza Pagina” ha prodotto alcuni risultati in linea con la considerazione che la Valsugana ha avuto e sta avendo all’interno del mondo politico ed imprenditoriale trentino. Stiamo parlando, oltre che della vicenda del biocompostaggio, anche della presenza di altre situazioni di inquinamento e del conseguente abbassamento della qualità di vita delle persone che abitano in questa parte del Trentino. Basti pensare alla trafficatissima strada statale 47, alla discarica abusiva di Marter di Roncegno o alle acciaierie di Borgo Valsugana. Ecco quindi la probabile futura utilizzazione dello stabilimento di Campiello. 1) Luogo alternativo per la costruzione dell’inceneritore attualmente previsto ad Ischia Podetti. 2) Nuovo forno crematorio provinciale. 3) Sito individuato per la costruzione di una delle nuove centrali nucleari previste dal governo. 4) Sede di smaltimento cadaveri tramite scioglimento in acido a servizio della mafia siciliana con subappalto alla mafie russa e giapponese. 5) Stabilimento chimico a piacere.
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