giovedì 18 dicembre 2008

VALSUGANOPOLI O VALSUGANAPOLI?

Le scrivo a proposito di quello che succedeva nella ex cava di Monte Zaccon a Marter di Roncegno. Ho letto che ci venivano portati i rifiuti pericolosi di varie industrie del nord Italia: scarti di acciaierie, fanghi prodotti dalla lavorazione del marmo e dai trattamenti delle cartiere, terreni impregnati di idrocarburi. Possibile che in Trentino siano accadute le stesse cose che Roberto Saviano ha descritto nel suo libro “Gomorra”? Con una piccola differenza: nel libro si parla della Campania, mentre qui siamo in Trentino. Possibile che non ci sia stato nessuno a controllare quello che veniva portato in quella che era diventata una vera e propria discarica abusiva? Non bastavano l’impianto di bio compostaggio di Campiello di Levico e le emissioni dell’acciaieria di Borgo Valsugana. Una cosa è certa: il degrado ambientale della Valsugana sta diventando inarrestabile.
Non posso fare altro che condividere il suo pensiero. Basti pensare alla pessima gestione del problema del bio compostaggio di Campiello (permessi concessi troppo facilmente e scarsità di vigilanza da parte degli organi preposti) e ai molti dubbi sui fumi dell’acciaieria di Borgo Valsugana. Vorrei però mettere in evidenza un’altro aspetto della vicenda di Marter. Gli allarmi e le proteste degli abitanti della zona e di alcuni consiglieri comunali di minoranza di Roncegno, nella nostra provincia non sono state ascoltate e per condurre le indagini è dovuto intervenire il corpo forestale dello Stato della sede di Vicenza. Normalmente si andava in Veneto solo per acquistare automobili a prezzi più bassi che da noi, o per sottoporsi a visite specialistiche in tempi più brevi che negli ospedali trentini. Sembra che ora si dovrà passare il confine anche per avere giustizia.

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