giovedì 26 novembre 2009

LE NUOVE SFIDE DELL’IMPRENDITORIA TRENTINA

Riparte la stagione invernale e fatalmente riparte anche il tormentone sull’opportunità di aprire e gestire nuovi impianti di risalita, soprattutto a bassa quota, quando gli esperti mondiali di clima dicono che nevicherà sempre di meno e tra qualche anno sarà così caldo che si potrà farlo solo con la neve artificiale. Ma soprattutto riparte il tormentone sui soldi che la Provincia Autonoma di Trento usa per ripianare i debiti dei privati che gestiscono questi impianti che sono sempre in perdita. E noi sciatori e contribuenti abbiamo avuto la sorpresa di vederci aumentati gli skipass giornalieri in media di uno o due euro. Quest’anno però gli impianti di risalita hanno dei concorrenti nella corsa al contributo pubblico: le cantine sociali. Queste ultime, nonostante abbiano delle sedi che sembrano delle cattedrali, sembra abbiano dei problemi di liquidità dovuti “al prezzo dei vini che è crollato ed ai tempi lunghi dei pagamenti”. Questi problemi di liquidità molto probabilmente verranno risolti anch’essi dalla Provincia. Però a noi contribuenti, questa volta nelle veste di consumatori, al supermercato una bottiglia di vino ci costa come un’ora di lavoro in busta paga.

Dal punto di vista imprenditoriale, sembra effettivamente un’assurdità costruire impianti a bassa quota che partono già come fallimentari per poi rimetterli in sesto con soldi pubblici. Ma forse siamo noi che non ci rendiamo conto che il Trentino non è la patria del contributo ma la culla delle nuove intuizioni imprenditoriali. Dopo gli impianti di risalita a mille metri di altitudine, la prossima sfida per le cantine potrebbe essere quella di coltivare i vigneti sui ghiacciai. È innegabile che un progetto del genere avrebbe delle difficoltà di creare profitto e di conseguenza la Provincia non dovrebbe avere problemi a ripianare i debiti relativi ad un tale “rischio imprenditoriale”.

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