giovedì 18 febbraio 2010

IL LINGUAGGIO DEI VENDITORI DI COMPUTER

Ho intenzione di acquistare un computer ma onestamente me ne sta passando la voglia. Visto che non conosco molto l’argomento, ho acquistato una rivista specializzata per impratichirmi un po’ ma mi sembrava di leggere un trattato sulla fusione fredda: non ci capivo niente. Quindi ho provato a chiedere a colleghi e amici ma ognuno mi ha consigliato una cosa diversa. Ieri mi sono deciso ad andare in un negozio di informatica per chiarirmi le idee. Il commesso del reparto ha iniziato a sciorinare una serie di sigle e numeri che probabilmente gli esperti di computer conoscono a menadito dando per scontato che anche io ci capissi qualcosa. Mi sono dovuto sorbire una sequenza di “giga, ram, hard disk, modem, router, software, provider” che mi ha confuso ancora di più. Ho detto al commesso che ci penserò e che mi farò vivo. Come potrei regolarmi secondo lei per comperare il mio computer senza fare però la figura di quello che non capisce niente?

Le soluzioni praticabili sono due. La prima: si rechi nuovamente nel negozio di informatica dove è già stato e cerchi di farsi servire dal commesso che l’ha seguita la prima volta. Quando lui inizierà nuovamente con la sua litania di “notebook, wireless, bluetooth” e quant’altro, lei gli risponda come avrebbe fatto Ugo Tognazzi nel film “Amici miei” e cioè: “Tarapia tapioco. Sbiriguda, antani alla prematurata e supercazzola con scappellamento a destra. Lei mi vorrebbe dire come se megapixel”. Il commesso le dirà di non avere capito niente. Lei replichi che è quello che le succede quando ascolta le sue spiegazioni tecniche e che per cortesia cerchi di parlare in un modo più semplice. La seconda strategia che le consiglio è quella di farsi accompagnare da un amico che si intende di informatica.

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