La corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha stabilito con propria sentenza che la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche costituisce “una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni” e una violazione alla “libertà di religione degli alunni”. A seguito di questa sentenza dovrebbero quindi venire rimossi i crocifissi che sono presenti nelle aule scolastiche di ogni ordine e grado. Quella del crocifisso è diventata da tempo una vera “crociata” attraverso la quale molti credenti praticanti fanno manifestazione della propria fede. Purtroppo molte altre persone usano questo pretesto per fare una propaganda politica che molte volte non corrisponde ad una vera convinzione religiosa.
Ha ragione. In questi giorni si sentono rappresentanti del mondo politico e della società civile che prendono posizioni molto forti a difesa della cristianità. Peccato che spesso a tali dichiarazioni non corrispondano da parte loro né una frequentazione dei luoghi di culto né una vera conoscenza della religione di cui si fanno paladini. Le basti pensare che alla domanda “che differenza c’è tra nuovo ed antico testamento?” un politico trentino difensore del crocifisso ha risposto: “in presenza di più testamenti firmati da parte del defunto, il nuovo testamento è quello che riporta la data più recente. L’antico o gli antichi testamenti sono invece quelli che recano date precedenti, i quali automaticamente vengono sostituiti da quello nuovo”. Sulla presenza o meno del crocifisso nelle aule scolastiche penso che sia giusto girare la domanda a chi quelle aule le frequenta. A tale scopo riporto i dati di un sondaggio dell’IDTP (Istituto Demoscopico di Terza Pagina) realizzato interpellando un campione di studenti trentini delle superiori. Il 95% di loro ha dichiarato che preferirebbe la rimozione delle lavagne a quella del crocifisso, mentre il 97% ha affermato che al posto del crocifisso preferirebbe venisse appeso un insegnante a scelta, non necessariamente quello di religione.
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