Quanti SMS avete inviato per Natale e Capodanno? Tanti, vero? Alcuni immagino tantissimi. I ragazzi infinity.
E quante persone siete andati a trovare di persona per gli auguri? I parenti e gli amici più stretti immagino.
E poi: alcune telefonate le abbiamo fatte, ci mancherebbe, ma gli SMS e i messaggi con Facebook molto probabilmente sono stati i protagonisti delle relazioni sociali delle feste.
Non preoccupatevi, questo è ormai il modello di comunicazione che abbiamo. Non è certo quello che si usava una volta quando non c’erano smartphone e social network e le visite in casa erano più frequenti anche fuori dalle feste.
Forse le persone avevano più tempo di adesso, forse si creavano meno impegni “improrogabili”, forse era proprio un altro mondo.
Ora il lavoro, la famiglia, gli hobby e perché no, la pigrizia, ostacolano i contatti umani “di persona” a vantaggio di quelli “multimediali”.
Accontentiamoci, la realtà è questa ormai.
Eppure, anche se è la consuetudine, capita ancora di chiamare il cellulare di qualcuno che si conosce senza avere riscontro e senza venire richiamati. Oppure di inviare SMS ai quali non si avrà una risposta.
È vero che si può essere troppo occupati per rispondere al telefonino, ma questo non impedisce di chiamare più tardi chi ti ha cercato.
È vero anche che si pensi di rispondere a un messaggino in un secondo momento per poi dimenticarsene.
È anche vero che si può decidere in tutta libertà (ci mancherebbe) di non rispondere né al telefono né agli SMS.
Solitamente queste non risposte vengono poi rubricate come: “ho visto tardi la chiamata” e “non guardo spesso i messaggi”.
Però bisogna essere coscienti che questo non richiamare e non rimessaggiare, equivale al non aprire la porta a qualcuno che ti è venuto a trovare.
Si, perché sarà anche vero che i messaggini possono sembrare impersonali come e più delle telefonte, ma se la modalità di contatto è ormai questa, una non risposta equivale a una porta chiusa. Lo sappiamo tutti che sarebbe più bello parlarsi di persona, ma non con tutti è possibile farlo. In molti casi si può prendere contatto, comunicare e perché no, organizzare qualcosa anche con un SMS; o esprimere concetti e manifestare sentimenti anche con un messaggio Facebook.
Se la fantomatica visita a casa non si può fare, l’alternativa è l’oblio.
Siamo proprio sicuri di preferire il secondo, solo perché non siamo abituati a usare la tecnologia?
2 commenti:
Personalmente ritengo che con l'avvento della tecnologia alla portata di tutti, si stia rafforzando il senso di egoismo e di vigliaccheria dell'umanità.
E' vero, i ritmi frenetici della vita moderna ci fanno latitare nella cura dei rapporti di amicizia. Non inviamo abbastanza sms e non rispondiamo immediatamente alle telefonate, rischiando così di essere tacciati per bradipi multimediali o di non essere amici all'altezza delle aspettative. E allora scattiamo come Usain Bolt alla finale dei 100 metri non appena suona il cellulare o arriva un messaggio e non ci spostiamo di casa senza la nostra connessione internet, quasi fosse un farmaco salvavita. Viviamo l'assenza di wireless come una delusione cocente, neanche fosse ossigeno per i nostri polmoni. Ma se ci fermiamo un attimo a pensare..prima tra una telefonata e l'altra dalla cabina o dal telefono grigio di casa, con il terrore delle urla materne relative alla prossima bolletta SIP, quanto tempo passava?
Ecco, secondo me anche nei rapporti interpersonali abbiamo fatto entrare una frenesia inaccettabile e anziché utilizzare i potenti mezzi della tecnica, per facilitare gli incontri, ci facciamo usare da loro. Per non parlare poi dei social network, utilizzati da alcuni come muri di vetro a specchio, da cui spiare la vita degli altri senza essere visti e su cui scrivere cattiverie, battute o frasi ad effetto che MAI si avrebbe il coraggio di ripetere a voce o scrivendo direttamente all'interlocutore, consapevole o ignaro che sia, ma che si spera con tutto il cuore di colpire. Con un click su un tasto si conquista il titolo di Amico, con un click si cancellano anni di amicizia vera, per frasi sbagliate o fraintendimenti o solo superficialità.
Basterebbe restare genuini anche con una sim tra le mani o di fronte ad un monitor. Dare il giusto peso alle cose e soprattutto alle persone. Riprenderci il nostro tempo per sentire, anche al telefono, un amico vero ed ascoltarlo. Davvero.
Barbara utilizzatrice di cellulare, computer e social network da pochi giorni.
Condivido, Barbara. Sono convinto sempre di più che stiamo perdendo il piacere di andare "in visita" agli amici, anche solo per un saluto e per vedere se tutto va bene. Dobbiamo sempre avvisare prima del nostro arrivo, programmare pranzi e cene, fare trovare la casa sempre a posto all'arrivo di qualcuno. E invece non sarebbe bello improvvisare? Una visita a sorpresa senza bisogno di preparare chissà che. Mi sa che sono andato fuori tema... Volevo invece dire che se purtroppo non riusciamo a farci vivi dal vivo (!), forse è il caso che lo facciamo almeno al telefono. Anche una volta a settimana, anche per pochi minuti, ma con sincerità. Lo stesso vale per i messaggi (SMS o Facebook) è lo stesso. Non sai che piacere mi danno i messaggi di James in certe giornate. Per l'aspetto "cattivo" dell'uso della tecnologia, non è diverso dall'essere cattivi in maniera tradizionale. Difendiamoci, d'accordo, da queste manifestazioni, ma facciamocele anche scivolare addosso. È la ricetta migliore e la più sana (per noi).
Paolo, ricettivo (dicono) e curioso utilizzatore di multimedialità. Ciao!
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