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Dico la
mia sull’Inno dei Mondiali di Fiemme 2013 composto da Goran Bregovic. O meglio,
sui molti commenti alla canzone postati sul sito del quotidiano L’Adige e su
Youtube. Non entro per il momento in merito al compenso di Bregovic,
all’opportunità di averlo fatto comporre a un musicista straniero, alla
diversità della canzone rispetto alla tradizione musicale e culturale trentina
e a chi più ne ha più ne dica. Non entro nel merito… ma lo farò alla fine di
questo mio commento. Vorrei per il momento parlare del livore di cui erano
pieni molti dei commenti suddetti. Tra quelli di chi avrebbe preferito fare
comporre l’Inno agli Articolo 3ntino o ai Glockenthurm o al Coro della SAT; tra
quelli di chi difende a spada tratta la “trentinità” minacciata dalla
composizione “straniera” di Bregovic; tra quelli di chi si lamenta dei soldi
che è costato l’Inno in un periodo nel quale la gente fa fatica a vivere; tra
tutti questi, dicevo, giusti o sbagliati, condivisibili o meno che siano, ce ne
sono alcuni che lasciano senza fiato. Senza fiato per la cattiveria e la
rancorosità con la quale sono stati scritti. Senza fiato per le offese verso
chi (Bregovic) ha alla fine realizzato un lavoro che gli è stato comissionato.
Senza fiato in definitiva perché fanno pensare che molte persone non siano più in
grado di criticare o anche muovere delle accuse senza riuscire a non scadere
nell’aggressione verbale e nella volgarità. Una modalità questa, che è
purtroppo figlia della televisione e di chi la frequenta. La modalità di un
politico che, se viene accusato di un reato, non si rimette alla clemenza della
corte ma accusa i giudici di complottare contro di lui. La modalità di un
allenatore che non accetta un rigore sospetto verso la propria squadra ma che non
dice nulla se gli danno a favore un gol fantasma. La modalità in definitiva, di
chi ha sempre ragione a prescindere e non accetta che la cosa non venga
accettata. Una modalità che purtroppo sta diventando quella di tante persone
normali. Dov’ero rimasto? Ah sì, ai
commenti. Ne riporto per conoscenza e tale e quale uno che vale per tutti
quelli postati sul sito de L’Adige: “non siamo
zingari...uguale alla colonna sonoro di "gatto nero gatto bianco"!
niente a che fare col trentino...LE MIE IMPOSTE BUTTATE IN TRE NOTE STONATE....”.
Questo invece è uno di quelli pubblicati tra i commenti al video dell’Inno su
Youtube: “con tutti i cori famosi nel
mondo TRENTINI e con tutti i cantanti italiani, abbiamo dovuto strapagare per sti c***o di mondiali un cogli*ne slavo comunista a
rappresentare tutti noi!!! BRAVI COMPLIMENTI A QUELLI CHE LO HANNO PERMESSO!!!
VERGOGNA!!!”. Livore, astio, rancore e odio allo stato puro. Eccone invece uno
simpatico e ironico tra quelli de L’Adige: “Propongo un inno il cui tema
musicale sia il rumore del sobbollire dei canederli, alternerei strofe musicali
con muggiti e campanacci a qualche lacrimevole e ormai stradefunta dosolina che
scrive al moroso. Che nessuno intacchi la nostra trentinità ...che soprattutto
nel campo della tradizione musicale non ha eguali..”. Questo non era male come
presa in giro della ottusità, vero? Ok, che dire di più? Solo che come avevo
detto all’inizio ora l’Inno di Bregovic lo commento anch’io. Sul costo non saprei.
Immagino sia in linea con compensi artistici simili. E in ogni caso con altre
spese “provinciali”. A me l’Inno è piaciuto. Finalmente una canzone nella quale
si parla di montagna in maniera allegra e coinvolgente. Non è necessario essere
tristi e seriosi per parlare di tradizioni. Una lezione che i nostri vicini
austriaci e altoatesini hanno imparato in fretta (vedi dj Ötzi) ma che in
Trentino non si vuole considerare per non venire accusati di offendere
l’Autonomia o chissà che altro. Come se avere voglia di divertirsi fosse in
contrasto con la nostra storia e la nostra cultura. Perché invece non farsi trascinare
dal ritmo e ballare? Buon divertimento a tutti!
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