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Fra
le tante cose che in Italia (e quindi anche in Trentino) non vanno o non vanno come
dovrebbero, vorrei parlare una volta tanto di una situazione che invece funziona
che è un piacere. Vi ricordate la trafila che si doveva compiere fino a qualche
anno fa per comunicare all’INPS e al datore di lavoro di essere ammalati? Funzionava
così: si andava dal dottore che decideva se e per quanti giorni lo stato di
malattia comportava l’assenza dal lavoro. Il medico compilava il certificato
apposito in duplice copia: una per l’INPS e una per il datore di lavoro. La
prima cosa da fare, di solito, era telefonare sul posto di lavoro e comunicare
quanto sopra. Poi si doveva fare arrivare nell’ufficio INPS più vicino la copia
del certificato di competenza (entro 24 ore sennò si rischiava di perdere la
copertura della malattia). Ovviamente 1: l’ufficio INPS aveva i suoi orari e se
usciti dal dottore l’ufficio era chiuso ci si doveva andare il giorno dopo o spedirlo
via posta (sempre se non era chiuso anche l’ufficio postale). Ovviamente 2: in
caso di impossibilità negli spostamenti (malattia debilitante o fratture varie),
ci si doveva fare accompagnare o chiedere a qualcuno che te lo consegnasse.
Quindi: spostamenti, spedizioni di lettere in posta (con coda relativa) o
spostamenti di persone terze e di veicoli con investimento di tempo e di denaro.
Stessa trafila per la copia del cerificato che si doveva consegnare al datore
di lavoro. Una bella seccatura. Ora, per fortuna, dopo una iniziale partenza
“elettorale” finta, celebrata dall’allora ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione Renato
Brunetta (finta perché lui nel 2010 la dava per cosa fatta mentre in realtà
mancavano i pc e le linee internet negli ufici), ora dicevo, dal 2011 c’è
l’invio telematico dei certificati suddetti. In pratica il dottore invia in
tempo reale all’INPS tramite internet il certificato di malattia e l’INPS lo
gira in automatico al datore di lavoro. Tu esci dall’ambulatorio e già è stato
tutto fatto, senza portare, consegnare, spedire, consumare tempo e benzina. L’unico
impegno che rimane è quello di telefonare al datore di lavoro per preannunciare
quanto sopra. Comodo, vero? Un’iniziativa che Brunetta considerava solo
punitiva verso i lavoratori che secondo lui si dichiaravano malati secondo
esserlo è diventata una comodità sia per gli uffici che (oh rabbia! Renato) per
i lavoratori.
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