Calcio d'inizio della partita di calcetto tra colleghi, devi ancora toccare il pallone e senti già i muscoli che iniziano a stirarsi… sulla fiducia. Il problema è che hai dei muscoli molto permalosi: si risentono subito. Dei quattro fari che illuminano il campo, anche se definirli fari mi sembra esagerato, o meglio delle quattro abat-jour che illuminano il campo, ne funzionano due… a saperlo mi portavo la lampada frontale. L'erba sintetica sarebbe anche bella, se non fosse che il campo è ricoperto di sabbia, secchielli, palette, conchiglie, alghe e pezzi di vetro… altro che sintetico: carta vetrata! Sparsi per il campo ci sono anche pezzi di rotula e alcuni menischi… ne metto un paio in tasca perché possono sempre far comodo. Nel frattempo è arrivata l'altra squadra, eravate solo in cinque così il tuo collega ha dovuto chiamare dei suoi amici, “bravini”, ha detto. Bravini… hanno la muta da calcio completa e perfettamente in tinta, mutande a righe comprese. Guardi meglio e vedi lo scudetto di Campioni provinciali di calcio a 5 sul petto. Ti giri e scopri che il tuo collega, poverino, si è dimenticato a casa la maglietta della vostra squadra dell'ufficio ed è costretto a giocare con i suoi amici… come si dice a briscola: venduto per il tre di denari! In cambio però ci offre il portiere, che, data la temperatura polare, si è presentato al campo in tuta da sci imbottita, enormi manopole in lana, colbacco con misteriose scritte in cirillico e moon boot… un omino Michelin coi parastinchi, agile come un krapfen. Inutile dire che la partita rimane in equilibrio per poco più di cinque minuti, mentre per i restanti cinquantacinque minuti sembra di veder giocare una squadra di calcetto contro cinque omini del calcetto… blu, grossi, bassi e inchiodati. Dopo circa mezz’ora inizi ad sentire male a muscoli che non sapevi di avere e avverti i primi cedimenti strutturali: le giunture iniziano a scricchiolare come il legno tarlato, i legamenti si dimenticano cosa devono tenere assieme e inizi a muoverti come una marionetta… facendo anche gli stessi rumori. Nel frattempo senti l'acido lattico che lentamente sale, come il caffè nella moka: parte dal polpaccio, prende il bicipite femorale, quindi il gluteo, poi la schiena, il collo… quando iniziano a farti male i lobi delle orecchie e fatichi a chiudere gli occhi per un principio di crampi alle palpebre capisci che forse è ora che ti fermi. Meglio evitare di essere colpito da crampi lancinanti per le prossime due settimane ogni volta che schiacci la frizione. Sotto, sotto però pensi che non va poi così male: finché provi dolore significa che sei vivo! Ma l'altra squadra non ha nessuna intenzione di smettere di giocare nonostante stia vincendo con un punteggio tennistico… tennistico non nel senso che è in vantaggio 6 a 1, ma nel senso che sta vincendo 40 a 0. Nell'ultimo quarto d’ora di partita hai tanto acido lattico nel sangue che vaghi per il campo in preda ad allucinazioni da Lsd: quando un tuo collega morde il pallone credendolo un grosso panino alla mortadella, un altro inizia a correre per il campo piangendo, come Tardelli dopo il gol in finale ai Mondiali di Spagna, e tu vedendolo comincia ad urlare: "Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!", anche gli avversari, terrorizzati, capiscono che forse è il caso di interrompere la partita. Finalmente ti sembra di sentire il triplice fischio finale, poi ti accorgi che a fischiare sono i tuoi tre colleghi, crollati a terra in piena crisi asmatica.
SRL. Scrittori a Responsabilità Limitata.
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