Lorenzo Dellai risulta indagato per concussione. Avrebbe telefonato al presidente di una cooperativa agricola, invitandolo a non escludere le imprese trentine dall’appalto dei lavori per la costruzione di un magazzino. Si tratta di un lavoro che prevede investimenti per circa 30 milioni di euro, 24 dei quali ammessi a contributo della Provincia. Una vicenda per la quale il pm ha chiesto l’archiviazione. Il gip l’ha respinta ed ha fissato un’udienza a giugno.
Una voce vicina ai palazzi della politica provinciale (un mio cugino che prende sempre l’autobus in piazza Dante), fa sapere che in questa vicenda ci sono dei risvolti inaspettati. Sembra che Dellai sia stato contattato da Silvio Berlusconi, intenzionato ad entrare nelle grazie del governatore di una delle ultime regioni roccaforti del centro sinistra esistenti in Italia. Il premier è stato prodigo di consigli. Ha detto a Dellai di gridare al complotto comunista, di andare alla festa di compleanno di qualche ragazzina in modo che i quotidiani distraggano la pubblica opinione e di rilasciare quotidianamente delle dichiarazioni negando quelle del giorno precedente. Sembra inoltre che il presidente del consiglio si sia offerto di fare votare in parlamento una legge che estenderebbe il cosiddetto “Lodo Alfano”, cioè l’immunità dai processi per le più alte cariche dello stato, anche alle più alte cariche della Provincia di Trento (in pratica una, quella di Dellai). Sembra che il presidente della giunta provinciale abbia rifiutato gentilmente i consigli diffondendo lui stesso la notizia di essere indagato ed in controtendenza con quanto accade normalmente a livello nazionale, voglia presentarsi in aula. Il governatore ha inoltre fatto capire di non essere interessato al “Lodo Alfano”, dichiarando che in tribunale si farà difendere da “Lodo Alpino”, cioè il suo amico Lodovico Sartori, un alpino di Gardolo appassionato dei telefilm di Perry Mason.
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