Leggo spesso su “Terza Pagina” delle lamentele di lettori rivolte a commessi, baristi, negozianti e proprietari di esercizi pubblici, colpevoli di mancanza di cortesia e di gentilezza verso i clienti. Posso capire un dipendente che, antipatico o no, la sua paga la prende comunque, ma il padrone, possibile che non si renda conto che la sua scortesia lo farà guadagnare di meno perché i clienti magari non tornano? Tempo fa avevo sentito la possibilità di istituire in Trentino dei “ corsi di sorriso ed accoglienza” per quanti lavorano in negozi, locali etc. Secondo me sarebbe una buona idea.
Se fossi in lei non sarei così sicuro che la gentilezza delle commesse e dei baristi trentini porterebbe dei miglioramenti, sia che si tratti di gentilezza spontanea o di gentilezza acquisita tramite corso. L’improvvisa mancanza di maleducazione potrebbe invece provocare una fuga dei clienti dei locali pubblici e dei negozi. Infatti la scortesia degli esercenti è una peculiarità della nostra provincia, come lo strudel e le Dolomiti. Se tutto a un tratto commesse e baristi diventassero gentili, che senso avrebbe per i clienti frequentare i ristoranti e i negozi trentini? Tanto varrebbe andare a fare la spesa in Veneto ed andare a mangiare la pizza in Lombardia.
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