Finalmente è arrivato un po’ di fresco. Io non ne potevo proprio più dell’estate. Di giorno non riuscivo a stare fuori perché il sole mi faceva sudare. Di notte non riuscivo a stare dentro perché il caldo non mi faceva dormire. Mia moglie mi dice che non dovevo lamentarmi, perché da noi la brutta stagione è molto lunga e che tra qualche tempo avrei rimpianto l’estate. Cosa dice, sarà vero che sono un po’ troppo insofferente?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto quella che a volte viene troppo sbrigativamente definita insofferenza, come una vera e propria malattia di cui soffre la maggior parte degli abitanti della provincia di Trento: la “Trentinite”. Secondo il dottor Jankulowski dell’università di Vignola Falesina, la causa potrebbe essere un microbo. Il “maicontentus trentinus”, che causa nel soggetto colpito uno stato di perenne intolleranza praticamente a qualunque cosa. Il professor Kaladze dell’università di Massimeno, ha invece un’altra teoria, secondo la quale, a fare ammalare di “trentinite” sarebbe una predisposizione psicologica della popolazione trentina. In pratica, secondo il professor Kaladze, quando uno nasce in Trentino, è abituato a una situazione sociale ed economica molto buona rispetto ad altre parti d’Italia. Questo porta i malati di “trentinite” a lamentarsi di qualunque cosa non rientri nei loro parametri di eccellenza. Il caldo d’estate è una di queste. Su una cosa i due studiosi sono concordi: l’unica maniera di guarire la “trentinite” è quella di andare a vivere fuori dal Trentino. Stranamente c’è il 100% dei malati che rinuncia alla cura.
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