giovedì 18 settembre 2008

IL TRENTINISMO

Sono stufo di questo autunno. La mattina bisogna mettere una giacca perché fa freddo. Durante la giornata il sole non riesce a scaldare e molto spesso piove. Di notte bisogna dormire con il piumone. Mia moglie mi dice che non dovrei scriverle dopo che la settimana scorsa lo avevo fatto per lamentarmi del caldo estivo. A me onestamente sembra che non ci sia niente di strano. Potrò lamentarmi di qualcosa che non mi va bene o no?

Ho girato direttamente la sua domanda ai professori Jankulowski dell’università di Vignola Falesina e Kaladze dell’università di Massimeno. Come ricorderà, nella mia risposta della scorsa settimana, avevo citato le loro teorie, le quali dimostrano che lei soffre di “trentinite”, un disturbo molto diffuso tra la gente trentina. I due specialisti, dopo la sua nuova lettera, hanno consultato un luminare, il professor De Assis Moreira dell’ateneo di Brione. Ecco la sua risposta: “il caso in questione esce dalla tipologia di chi soffre di “trentinite”, per entrare in quella di chi è colpito da una malattia molto più grave: “il trentinismo”. Tale patologia, oltre ai disturbi propri della “trentinite” (insoddisfazione perenne e pessimismo cronico), presenta come effetto collaterale la certezza di non soffrire  di alcun disturbo. Consiglio al paziente un periodo di riposo da trascorrere in una regione priva di statuto di autonomia, preferibilmente con reali problemi di tipo economico, sociale e sanitario. A tale scopo va bene una tra Campania, Puglia, Calabria e Basilicata”.

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